Ninnaoh amplia le gamme e apre il primo franchising in Israele
L’ Italia è ricca di realtà familiari, che da laboratori artigianali sono diventate negli anni piccole aziende, grazie al coraggio, allo spirito imprenditoriale e alla qualità del made in Italy. Ne è un esempio Ninnaoh, marchio le cui origini risalgono al 1980, nato a Bernalda, vicino a Matera, e specializzato nella produzione di abbigliamento bimbi 0-3 anni.
“Mia madre era una sarta, cuciva in casa corredini per bambini. Nel 1980 ha avviato una piccola produzione conto terzi, lavorando per marchi di abbigliamento da neonati”, ha raccontato a FashionNetwork.com Maria Lucrezia di Monte, CEO della società. “Nel 2000 io e mio fratello abbiamo deciso di portare avanti l’attività di famiglia, investendo molto per ampliare l’azienda. Purtroppo, o forse oggi dovrei dire per fortuna, a partire dal 2001 molti dei brand per cui producevamo in contro terzi hanno deciso di delocalizzare la produzione al di fuori dall’Italia. A quel punto abbiamo deciso di creare un nostro marchio, scegliendo per il nome la parola che mia figlia da piccola diceva prima di addormentarsi al suo pupazzo a forma di coniglietto: Ninnaoh”.
La prima collezione si componeva di 10 tutine in ciniglia; grazie a un amico che faceva l’agente in Campania sono arrivati ordini per 5.000 pezzi. “La stagione successiva abbiamo inserito le copertine abbinate al cappellino e abbiamo iniziato a vendere anche in Puglia”, prosegue l’imprenditrice. “Da lì è partito tutto e l’incontro con Anna Calabrese, la nostra designer, ci ha consentito di fare grandi passi anche dal punto di vista stilistico”.
“Il nostro approccio al mondo sartoriale è quello più tradizionale possibile: abbiamo imparato a muoverci tra ago, stoffe e filo nell’attività dei nostri genitori. La cura per i dettagli, l’attenzione alla qualità sono il cuore della visione aziendale, l’asse portante su cui abbiamo sviluppato il nostro marchio. Un passaggio di testimone tra generazioni fatto di sacrificio, impegno e lavoro. Vestiamo i bambini perché lo siamo stati e, come chi ci ha preceduto, lo facciamo con l’attenzione e l’amore di un genitore”, hanno precisato Maria Lucrezia Di Monte e Anna Calabrese.
Oggi le collezioni Ninnaoh si compongono di 480 capi tra bimbo e bimba e sono distribuite tramite una rete di agenti in tutta Italia, parte dell’Europa e anche al di fuori di essa. Il mercato domestico rappresenta il 70% del giro d’affari e i primi Paesi esteri sono Olanda, Belgio, Austra, Germania, Scozia, Gran Bretagna, ma anche Grecia, Malta, Iran, Russia, Cina ed Emirati Arabi.
“Viste le possibili ripercussioni della Brexit stiamo valutando anche altri territori, come Qatar, Oman, Kuwait, ed infine Canada e America Meridionale anche se è un po’ complicato perché sebbene in quelle aree la qualità italiana venga apprezzata, i clienti cercano soprattutto i grandi nomi”, precisa di Monte. “Il problema, in generale, è che nonostante le numerose dichiarazioni di intenti, lo Stato italiano supporta ancora troppo poco le piccole realtà del made in Italy che hanno bisogno di internazionalizzarsi e di supporto per riuscire a farlo”.
L’azienda è in trattativa per aprire il suo primo store in franchising, probabilmente a gennaio 2021, in Israele. Anche per questo motivo, Ninnaoh sta ampliando la propria offerta di stagione in stagione, andando a completare le proprie proposte di abbigliamento: “Oggi abbiamo un total look bimbi, che comprende intimo, calze e scarpe e stiamo inserendo accessori quali borse, portaciucci, cuscini per allattamento e culle”, conclude l’imprenditrice. “Nel 2019 abbiamo superato il milione di euro di fatturato e per quest’anno puntiamo a un milione e mezzo”.