“Un filo sottile lega narcisismo patologico e femminicidio”. L’ordine degli psicologi sulla morte di Nunzia: “Cogliere i segnali è fondamentale” – Foggia Today
Il presidente dell’ordine degli psicologi di Puglia, Vincenzo Gesualdo, sul femminicidio di Nunzia Compierchio, a Cerignola: “Occorre costruire una nuova semantica ed una nuova sintassi delle relazioni di genere”
“Cogliere i segnali e chiedere aiuto è fondamentale per far sì che simili episodi non si ripetano”: è il commento del presidente dell’Ordine degli Psicologi di Puglia Vincenzo Gesualdo sul femminicidio di Cerignola.
“Il divorzio coniugale è una delle esperienze più dolorose che la vita possa presentare”, prosegue Gesualdo. “È opportuno tener presente che una separazione, qualunque essa sia, non è mai voluta nella stessa misura e con le stesse tempistiche da entrambi i coniugi. Vi sarà sempre, quindi, uno dei due partner che ha accelerato la decisione di separarsi e l’altro che si vede costretto a subire decisioni passivamente”.
Esiste un filo sottile che lega narcisismo patologico e femminicidio. Tale correlazione va considerata ed eventualmente colta sin dalle prime azioni violente per ridurre il rischio di gesti ed azioni irrimediabili. “La soppressione della vittima può essere letta e giustificata come azione risarcitoria per la sofferenza procurata in seguito all’abbandono o per l’attribuzione all’ex partner della responsabilità per i fallimenti della propria vita personale e di coppia”, continua Gesualdo. Una condizione familiare non facile, una separazione in corso mai accettata dall’uomo ha fatto sì che la situazione degenerasse. A rendere ancor più tragica la situazione il fatto che l’uccisione sia avvenuta davanti ai due bambini di 11 e 12 anni, figli della coppia. “Il femminicidio”, continua Gesualdo, “è fortemente correlato al concetto di potere e di vendetta: una delle principali cause della violenza di genere deriva dal perdurare di un modello socio-culturale patriarcale che vede la donna al servizio dell’uomo. Il suo vero obiettivo non è esclusivamente quello di provocare sofferenza fisica alla donna quanto quello di sottometterla, umiliarla, piegarla ed ingessarla dentro mille forme diverse di paura al fine di averla sotto il proprio controllo”.
“Occorre costruire una nuova semantica ed una nuova sintassi delle relazioni di genere”, conclude Gesualdo, “in cui gli elementi della affettività, della emotività, del riconoscimento e della valorizzazione della diversità, contribuiscano alla ridefinizione dei ruoli e degli status sociali e culturali del maschile e del femminile anche attraverso una inversione ed una conversione dei contenuti e delle modalità di comunicazione massmediale, politica ed economica. Famiglia, scuola e territorio hanno, in questo perimetro, una valenza strategica fondamentale”.