MOGLIE NON CUCINA, LUI CHIEDE DIVORZIO. PONTIGGIA: “LA SOTTOMISSIONE NON È MAI AMMISSIBILE”

Maggio 12, 2021

MOGLIE NON CUCINA, LUI CHIEDE DIVORZIO. PONTIGGIA: “LA SOTTOMISSIONE NON È MAI AMMISSIBILE”

La vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi di Puglia Giovanna Pontiggia commenta la sentenza del tribunale di Foggia a cui un uomo si era rivolto per chiedere la separazione dalla moglie che, a detta del marito, non rispettava i doveri coniugali

“Lavare, cucinare, stirare, tutte attività che da sempre vengono assegnate alla donna, che lavori fuori casa o meno. Da oggi, almeno in Puglia, questo stereotipo perde un po’ di forza”. La vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi di Puglia Giovanna Pontiggia commenta la sentenza del tribunale di Foggia che ha rigettato la richiesta di separazione di un uomo che accusava la moglie di non rispettare i doveri coniugali in quanto la donna non si era mai occupata della casa e dei bisogni del consorte.

“Questo episodio ci aiuta a ribadire un concetto importante: la sottomissione non è mai ammissibile, in qualunque contesto” prosegue Pontiggia. “In questo caso si parla di sottomissione di genere, dando per scontato il contributo della donna in casa nei lavori domestici, un retaggio culturale ben radicato e che non riguarda la geografia o il ceto sociale”.

La vicepresidente dell’ordine degli Psicologi di Puglia prosegue: “Nella sentenza si spiega bene quanto i doveri coniugali debbano essere condivisi, anche dai figli, per dar loro un’educazione responsabile. Moglie e marito sono sullo stesso piano e i doveri coniugali ai quali ci si impegna con il matrimonio riguardano, appunto, entrambi”.

Il benessere della persona deve essere il focus di ciascuno, senza distinzione di sesso e senza discriminazioni. Pontiggia tiene a sottolineare un concetto importante: “Come spesso ricordiamo, la violenza non è mai solo quella fisica ma anche e soprattutto quella psicologica. E non sempre deve rientrare nella sfera della crudeltà. Anche le vessazioni quotidiane, le umiliazioni, il mancato riconoscimento delle qualità altrui o la pretesa di qualsivoglia attività, pregiudica il benessere psicologico, fisico e mentale”.

Pontiggia conclude il suo intervento con un auspicio: “Questo episodio ribadisce il concetto per cui il rispetto per l’altro nasce soprattutto in famiglia, e bisogna insegnarlo attraverso le più disparate attività sin da piccoli, comprese le faccende domestiche. Far capire che ciascun membro della famiglia deve contribuire ai lavori domestici, insegnando lo spirito di collaborazione e condivisione che riguarda l’intera famiglia, non soltanto la donna, sia che lavori oppure no”.

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