GESUALDO (PSICOLOGI PUGLIA): “UN GESTO MOLTO GRAVE FINALIZZATO A RENDERE PERMANENTE LE FERITE”
Il Presidente dell’Ordine degli Psicologi commenta l’aggressione con l’acido della moglie nei confronti del marito a Brindisi
“Non c’è bisogno di conoscere le ragioni che hanno portato questa donna a commettere una così grave violenza. Resta un atto molto grave, finalizzato evidentemente a rendere permanente le ferite. Un gesto che va ad incidere in modo determinante sulla relazione tra i due e sul futuro della vittima, questa volta un uomo. Oltre alle cure fisiche che in queste ora si stanno prestando al malcapitato, occorre intervenire quanto prima sulle conseguenze psicologiche”.
È il commento del presidente dell’Ordine degli Psicologi di Puglia Vincenzo Gesualdo in merito alla lite fra coniugi a Brindisi culminata con l’aggressione con l’acido da parte della moglie.
Scegliere l’acido come arma si traduce nell’intenzione di sfigurare, di cancellare una parte del corpo di una persona annientandone l’identità e distruggendone l’anima e il fisico, compromettendone per sempre la qualità della sua esistenza. Gli aggressori agiscono consapevoli che non solo provocheranno sfregi permanenti, ma condanneranno le loro vittime a non riuscire ad avere più una “normale” vita sociale, a portare avanti relazioni, ad essere persone autonome. Infine, forte è la volontà dell’aggressore di rendere indelebile, ad esempio, il ricordo del fallimento della relazione.
“Le conseguenze di una simile aggressione sono molteplici e necessitano di un sostegno psicologico” continua Gesualdo. “Alti livelli di ansia e depressione, stress cronico dovuto alla preoccupazione e alla sofferenza, anche per i lunghi trattamenti medici, fanno sì che nella vittima si verifichi un drastico abbassamento del proprio livello d’autostima e di coscienza di sé”. Il sostegno psicologico è un processo fondamentale per la vittima, nel quale molto contano le capacità di ascolto e l’atteggiamento empatico dello psicologo che permette di rielaborare i vissuti traumatici, integrandoli nel continuum dell’esistenza della persona.